Monumento alla Resistenza di Elio Morri (Parco A.Cervi)

Notizie storiche

Antifascismo e resistenza a Rimini

Caratteristiche stilistiche dell’opera

Chi era Elio Morri

Sulle traccie di Elio Morri nella città

Il ricordo di Federico Fellini

 

Commissionato nell’ottobre del 1968 ed inaugurato nello stesso mese del 1973.

Il monumento è collocato all’inizio del Parco Alcide Cervi e precisamente tra la via Roma e la via XX Settembre. Il gruppo scultoreo e’ innalzato su di una piattaforma di gradini curvilinei in leggera elevazione e pavimentati con blocchetti di porfido. Sul lato esterno della piattaforma, ad indicare il punto di accesso, e’ posta una lastra in granito con un’ iscrizione in bronzo che riporta: “ORA E SEMPRE RESISTENZA”. Dal basamento si innalzano con graduale ascensionalità, tre lingue di cemento che costituiscono i piedistalli delle tre figure che compongono il monumento. Le sculture, fortemente evocative,  rappresentano “Il Martirio”, “La Riscossa”, “La Liberazione” , come indicato da una placca bronzea  affissa nella parte anteriore di ciascuna delle tre basi; tutte recano la firma dell’artista.

 

Notizie storiche

Il Comune di Rimini commissionò a Elio Morri, con atto deliberativo del Consiglio Comunale del 23.11.1968, il Monumento alla Resistenza. Il 16 Ottobre 1970, venne stipulata tra il Municipio di Rimini  e lo scultore, una convenzione per la realizzazione del “Monumento ai Martiri della lotta per la Liberazione”. L’artista realizzò tra il 1968 e il 1972, un cospicuo numero di disegni, bozzetti e modelli che costituirono il fondamento del processo di elaborazione dell’opera. Questa è dedicata alla Resistenza Partigiana e al riconoscimento attribuito dal Governo Italiano alla Città di Rimini nel 1962 con la Medaglia d’Oro al Valore Civile “Fedele alle sue più nobili tradizioni subiva stoicamente le distruzioni più gravi della guerra e prendeva parte validissima alla lotta per la liberazione attestando col sacrificio eroico di numerosi suoi figli la sua purissima fede in una Italia migliore”.  Si scelse di posizionarla nell’allora nuovo Parco dedicato ad Alcide Cervi, padre di sette giovani patrioti italiani uccisi dai fascisti durante la Seconda Guerra Mondiale. La scelta della denominazione del Parco rappresenta l’omaggio della città all’uomo che, con grande dignità, seppe trasmettere i valori di giustizia, democrazia e libertà, unanimemente riconosciuti dall’intera comunità.

Costruzione:

Inaugurazione:

 

Caratteristiche stilistiche dell’opera

Il gruppo scultoreo è la testimonianza tangibile della svolta che, all’inizio degli anni Settanta, l’artista ha impresso alla sua ricerca estetica. Egli, abbandonate le figure naturalistiche si orienta a suggerire il soggetto attraverso forme spezzate e private di elementi illustrativi. Nell’anatomia l’autore scava  creando forti contrasti d’ombra che esaltano masse solo alludenti al corpo umano. Si tratta di tre isolate figure raccordate da una piattaforma che richiama l’idea di un’ara, unite da una stretta coerenza stilistica, in quanto composte da ritmici rapporti di pieni e vuoti che ne esaltano la forza plastica. Le tre forme alludono appena alla struttura umana, ma potentemente rappresentano il drammatico sforzo della resistenza partigiana per la conquista della libertà. Di qui la definizione di un linguaggio espressivo volto a fissare, come lui stesso affermava, “l’intuizione dinamica delle incalzanti emozioni e sensazioni del mio tempo”.

 

Chi era Elio Morri

Lo scultore Elio Morri, nato a Rimini il 3 Maggio 1913, acquisì le prime tecniche della scultura da Filugenio Fabbri, noto cementista-scultore della città, creatore della “Fontana dei quattro cavalli”,  che lo incoraggiò ad intraprendere la professione dello scultore riconoscendone le doti artistiche. Il percorso formativo avvenne tra le accademie di Torino, Ravenna e Bologna. Nel 1934, giovane professionista, aprì il suo primo studio in via G. Bruno a Rimini.  Apprezzato sulla scena riminese sin dagli esordi quale ritrattista, ottenne via via un consenso di più ampio respiro che gli valse importanti commesse pubbliche sia a carattere religioso che civile. Nel 1937 vinse il concorso nazionale, per un soggiorno di due anni, della Scuola della Medaglia presso la Zecca dello Stato di Roma. A questo ne seguì un altro, fino al 1943, in cui alternava alla permanenza romana, frequenti rientri in città. Il 19 Luglio, sorpreso dai bombardamenti mentre lavorava in S. Lorenzo Fuori le Mura, fece definitivo ritorno nella sua città natale. Dal 1950, il luogo simbolo della sua attività di scultore, fu uno stanzone ricavato tra i ruderi di Palazzo Lettimi. In questo magico spazio Elio Morri, in compagnia di tortore, colombe ed una gracula che ripeteva instancabilmente il suo nome, creò le sue opere. Qui rimase a lavorare fino all’ultimo periodo della sua vita. Morì il 14 Gennaio 1992.  

 

Sulle tracce di Elio Morri nella città

L’attività di Elio Morri fu significativamente legata alla città di Rimini, l’amata città natale per lui “fonte di ispirazione”. Compaiono infatti in molti dei suoi lavori, i monumenti più importanti della città. Oltre al “Monumento alla Resistenza”, numerose le opere nel centro storico facilmente raggiungibili:

Piazza Tre Martiri: “Targa dei tre martiri”; “Il miracolo della mula” bassorilievo dell’altare della chiesa dei Paolotti.

Piazza Cavour:“Puer mingens” della fontana del Comune.

Palazzo della Provincia: Bassorilievi sul tema del lavoro

Giardini Ferrari: “Monumento a Francisco Busignani”.

Borgo S. Andrea: “S. Gaudenzo” lunetta sovraporta della chiesa di S. Gaudenzo e “Crocifisso” all’interno.

Raggiungibili attraverso facili e piacevoli passeggiate:

Parco piazzale Fellini: Busti personaggi illustri legati alla nascita della Rimini balneare.

Covignano: “Via Crucis” salita alle Grazie.

Chiesa della Colonnella: “Fonte Battesimale”

 

Il ricordo di Federico Fellini

Durante il soggiorno romano, l’artista ebbe frequentazioni significative con la comunità di artisti riminesi allora presenti nella Capitale, fra questi il giovane Federico Fellini. Con il grande regista Elio Morri strinse un’amicizia fondata su di una reciproca e sincera stima, così espressa nel telegramma che Fellini inviò alla moglie dello scultore, Enza, il giorno della sua morte.

 

 

Altri monumenti di Elio Morri