Ricerche storiche

Ricerche Storiche: I Poderi della Ghirlandetta

Dall’Ottocento ad oggi: La Fornace dei F.lli Fabbri

La cospicua porzione appartenente all’importante famiglia dei Gambalunga, dopo ulteriori trasferimenti, viene acquisita sul finire dell’Ottocento dai F.lli Davide e Luigi Fabbri che vi fondano una delle prime industrie del riminese: la fabbrica dei mattoni che costruisce gran parte della città di inizi Novecento e pre-bellica. Nata intorno al 1970, la Fornace Fabbri per quasi un secolo contribuisce in misura significativa allo sviluppo della Marina e dei sui villini. Il vasto impianto, dotato due forni Hoffmann dalle altissime ciminiere, comprende anche l’abitazione padronale costruita con lo stile eclettico neogotico di fine Ottocento del Palazzo dell’Arengo. A cavallo del XX secolo, sono gli stessi operai a costruire le proprie case sui terreni della Fornace: nasce “la fila”, ancora oggi riconoscibile in Via Monte Titano. La completa demolizione del complesso di archeologia industriale, avviene alla fine degli anni ’70 quando su parte del territorio è insediata la prima Fiera di Rimini, dismessa negli anni ’90. Ora è sede del nuovo Palacongressi.
A testimonianza della Fornace rimane soltanto il grande Lago, ricco di fauna acquatica e vegetazione, polmone verde della città: era la cava dalla quale veniva estratta l’argilla per fare i mattoni. La porzione del parco fluviale oggi intitolata Poderi della Ghirlandetta vuole mantenere viva l’identità del territorio e il ricordo delle genti che vi hanno operato, le cui tracce sono state del tutto cancellate.
Dai pannelli illustrativi nel parco. Dal libro “I Poderi della Ghirlandetta” di Oreste Delucca

 

Dal Medioevo al Settecento

Nel Medioevo l’area vede svilupparsi, accanto alla tradizionale agricoltura, numerose fornaci per laterizi, dislocate lungo il torrente Ausa. L’amenità del luogo e la vicinanza alla città favoriscono anche il costituirsi di unità poderali con preziose residenze, ambite dalla borghesia cittadini.
Verosimilmente, proprio per la presenza di un ornamento architettonico o floreale da origine al nome di Ghirlandetta che, dal XV secolo agli inizia del XX, si lega al territorio fra la via per il colle di Covignano e l’Ausa, ma identifica anche una strada, in parte corrispondente all’attuale Via Pomposa.
I Poderi della Ghirlandetta, al tempo della Signoria Malatestiana, appartengono in prevalenza a membri della corte.
Alla metà del Quattrocento uno di questi è intestato a Isotta Degli Atti, moglie di Sigismondo Pandolfo Malatesta.
La sua dimora suburbana è ancora individuabile in un vecchio fabbricato di via della Fiera, che lascia intravedere tracce dell’originaria loggetta, con colonnine dagli eleganti capitelli.
Conclusa la partentesi malatestiana, i poderi passano a nuovi proprietari, fra cui i Frati minimi di S.Francesco di Paola e la famiglia Gambalunga.

 

L’epoca romana

Fin dall’età romana il territorio a sud ovest di Rimini ha un ruolo importante per la città: lo caratterizzano una fitta rete di colture intensive e un’area a destinazione funeraria, documentata dal ritrovamento di numerosi reperti archeologici. Secondo la consuetudine romana, la necropoli si sviluppa ai margini di assi stradali, quelli che da Porta Montanara, volta oggi verso il Borgo Sant’Andrea, si dirigono al Covignano e al Monte Titano.
Numerosi materiali recuperati fra ‘700 e ‘900 sono confluiti nelle raccolte del Museo comunale. Ancora oggi nel Lapidario romano, possiamo leggere l’iscrizione posta nel I°sec. d.C. dalla liberta Rufa in memoria di Marco Mulvio Celero e l’urna funeraria, rinvenuta nel 1959 nel sito della Fornace Fabbri, dedicata dal veterano dell’esercito Tito Flavio Marcello alla “dolcissima” moglie Settimia Veneria, originaria del Norico (Austria).